Quasi dieci anni fa, Marco Goldin individuava nella natura sicula interna, ragusea di La Cognata, fra Modica e Comiso, una sfida giovanile e indipendente alla limpidezza solare e marina della Sicilia - specchio di Guccione. In anni più vicini, Marco Vallora contrapponeva la fisicità concreta, sensuale delle figure dell’“inconsueto yankee degli Iblei” al filtro intellettuale delle piscine di Hockney e lo sentiva semmai più rivisitatore della memoria, come un nipote degli immigrati nel bene e nel male a “Broccolino Little Italy”, dei ring rooseveltiani di Homer e di Eakins. In entrambi i casi, questa giusta ricchezza di riferimenti si stringeva poi al nocciolo duro, denso, compatto della sua diretta, non comparabile naturalità sicula, materiata di luci e ombre assolute “Luce appunto sfrontata, diretta, proterva: siciliana, da cantastorie antico”, scriveva Vallora.